I polacchi Riverside mi avevano già ammaliata col loro sound quando nel 2003, ancora sconosciuti al grande pubblico, pubblicarono il debut album "Out Of Myself". Dopo quasi tre anni di assenza sulle scene eccoli tornare con "Second Life Syndrome" sotto l'ala protettrice dell'Inside Out. E si sente eccome l'influenza della major poichè il sound sembra essersi indirizzato verso vie più pesantemente prog, smussando le ampie vedute atmosferiche molto floydiane e anathemose che avevano caratterizzato il primo album. Le dilatazioni atemporali a cui ci avevano abituati precedentemente non spariscono tuttavia e difatti già con l'opening track ci vediamo introdotti sapientemente nel mondo Riverside. Echi dell'ondata Porcupine Tree sono molto presenti soprattutto in "Artificial Smile". "Conceiving You" è un brano stupendo dove l'unione tra emozione e perizia può coesistere. La voce di Mariusz Duda è calda e avvolgente, le note di piano e tastiera trascinanti, dolceamare e ipnotiche. "Second Life Syndrome" ci accompagna per oltre 15 minuti in una melodia aperta da dilatazioni tastieristiche per poi approdare a un più ritmato gioco strumentistico progressivo e scorrendo avanti a metà traccia sembra addirittura di cogliere nella voce richiami a Vincent Cavanagh. E ci si scioglie sempre più proseguendo nell'ascolto di questa meravigliosa opera davvero imperdibile. E' pur vero che per chi ancora non avesse avuto il piacere di conoscere i Riverside, scoprirli con quest'album sarebbe un vero peccato poichè tutto ciò oblierebbe un ottimo lavoro maggiormente pregno di intimità quale il primo album era. La soluzione perciò altro non è che possedere nella vostra audioteca entrambe le perle firmate Riverside.